
SVEGIA E CAFFE’, BARBA e BIDET, PRESTO CHE PERDO IL TRAM

La mostruosa partita mattutina del Ragioniere Fantozzi Ugo
Così cantava Paolo Villaggio nella mitica “ballata di fantozzi”.
Il tram però nel nostro caso è quel mezzo che ci permetterebbe di lasciare le paludi della zona retrocessione della serie cadetta.
Il campo parmense di Sala Baganza, privo dell’impianto d’illuminazione, obbliga i ragazzi di Pasotto a scendere in campo di Domenica per una sfida mattutina ed una pomeridiana.
Le preoccupazioni sono legate alla leggenda che vede i rossoblu poco efficaci quando si tratta di scendere di mattina sui diamanti della penisola.
Lasciando stare la superstizione preghiamo i più “festaioli” d’andare a dormire presto in modo da presentarsi alla sfida domenicale con l’occhio sveglio e la mente riposata.
Infondo la strategia è semplice: se si portassero a casa due vittorie si toglierebbero punti ad una diretta contendente alla salvezza.
Il resto è legato alla speranza, doppia.
Un doppio scivolone del Novara contro il Piacenza.
Un doppio scivolone del Junior Parma contro i cugini del Bollate.
Forse, ma sognare non costa nulla.
Il Kennedy torna a casa
Dal sito ufficiale del Milano Baseball 1946
Svolta significativa nella vicenda Kennedy. Il Comune ha infatti prodotto la determina con cui, in seguito al nuovo bando, il centro sportivo verrà assegnato ufficialmente all’Associazione temporanea di impresa formata dalla Walter Bestini Tennis Academy, dal Tennis Esquilino e dal Milano Baseball a partire dal prossimo 18 luglio, ovvero allo scadere della gestione provvisoria. La decisione del Comune pone dunque fine, almeno a livello amministrativo, alla lunga vicenda cominciata con il primo bando, a cui ha fatto seguito il ricorso di Walter Bertini accolto dal Tar che ha ingiunto all’Assessorato allo Sport di azzerare tutto e mettere in atto un nuovo bando. Alla luce di questa decisione il nuovo gestore del centro sarà una società composta da queste tre entità, con Walter Bertini come “capo cordata” ed il Milano Baseball che avrà una partecipazione di minoranza ma comunque sarà parte in causa e potrà avere comunque un rapporto di stretta collaborazione con chi gestirà direttamente l’impianto. Non resta dunque che attendere il 18 luglio per dare finalmente una svolta a questa annosa questione.
Sembrerà un controsenso parlare di uno stadio che torna a casa, ma infondo la questione era proprio questa.
Prima di ogni sport possibile ed immaginabile il piccolo impianto di Baggio fu creato perchè due squadre s'affrontassero con guantoni, mazze e cappellini.
Insomma, perchè ci si giocasse a baseball.
Vedere fuori dall'impianto chi ha contribuito a rendere grande quel luogo era una cosa che faceva nettamente piangere il cuore.
Da ieri è stato ufficializzato il risultato del bando che vede come vincitori un gruppo di società sportive, tra le quali anche il Milano 1946, pronte a prendere possesso della struttura dal giorno 19 luglio.
Il condizionale, anche se non l'ho messo, è d'obbligo visto che non ho la più pallida idea se e come verranno inoltrati ricorsi da parte dell'ex gestore uscente.
Quindi, facciamo festa, ma con estrema cautela.
La burocrazia ha sancito ciò che la storia ha scritto da tempo.
Il Kennedy è il Milano 1946.
Due vittorie ed i mie documenti (quasi) persi
Emozionante finesettimana per il Milano 1946.
Dopo eterne sofferenze i ragazzi di Pasotto rifilano una doppietta proprio al quotato Piacenza che nel primo incontro crolla per 14 a 5 e nel secondo per 4 a 2.
Cosa centrano allora i miei documenti?
Dovete sapere che senza accorgermene sono scivolati fuori dal portafoglio andandosi a sdraiare nel rovente parcheggio del Kennedy.
Tra queste carte c'era pure un biglietto da visita di un dirigente della squadra.
Questo ha mosso un grandissimo Marco Masiero a salire sul monte del "buon cuore" e lanciare queste carte direttamente nelle mani della Dirigenza che poi le ha consegnate al sottoscritto.
Grazie Marco.
Grazie anche al Milano, tornando alla partita.
Devo dire che ho assistito a Gara 1 fino al settimo inning quando il Piacenza ci ha rifilato un triplo che ha creato un simil inside the park homerun che ha ribaltato la situazione da 3 a 2 per noi a 5 a 3 per loro.
Un impegno precedentemente preso e l'arrabbiatura per questi punti mi ha spinto a lasciare lo stadio con un'arrabbiatura nera.
E qui salta fuori il Milano dei sogni che, proprio perchè dei sogni, io non vedo mai.
Anche Cabrera quando non ci sono io picchia un fuoricampo siderale che per ore avevo atteso ridendo della mia sfortuna da spettatore proprio con suo fratello.
Comunque, generalmente parlando, è stato proprio un bel Milano.
E da cosa lo si capisce?
Dalla combattività.
Il Milano non ha smesso di crederci anche quando non si metteva bene.
Anche quando mi hanno riferito gli arbitri non si sono dimostrati proprio "sull'azione" facendo andare su tutte le furie Pasotto e Neri.
Un Milano che costruisce con la fatica, ma proprio per questo emoziona.
Emoziona vedere Girasole che piano piano si fa le ossa.
Emoziona sapere che, nonostante i cambi magari non condivisi, i suoi colleghi rilievi fanno sempre di tutto per combattere (siete comunque grandi).
E poi sono tornare anche le mazze.
....e anche i miei documenti.
Che week-end pazzesco!
Piacenza, noi ed i punti vitali
Il caldo è tornato e continuano le sfide in casa per il Milano Baseball 1946.
Dopo il deludente pareggio con il Novara i giochi si fanno complicati ed al Kennedy sbarca il Piacenza, comodamente appollaiato a metà classifica con undici vinte e nove perse.
Le nostre avversarie per la salvezza non sono messe meglio.
Il Parma è a rischio "asfaltamento" per mano della lanciatissima Avigliana.
Il Sala Baganza invece si scontra con il Collecchio terzo in classifica.
Geniale sarebbe tentare il colpaccio di due vittorie sperando in un doppio scivolone delle due dirette contendenti per la permanenza in A.
Vediamo che cosa riusciamo a portarci a casa.
Da ora ogni punto potrebbe significare un altro anno nel giro che conta.
Quando la "M" sul cappello significa "MASOCHISMO"
Alla fine un pareggio non fa felice nessuno.
Lo so che a non accontentarsi mai si fa peccato, ma dal resoconto pubblicato sul sito del Milano l'occasione è scivolata dalle mani dei rossoblù solo per volontà propria.
Prima gara 3 a 7.
Seconda gara 7 a 1.
Una frattura netta nel bel mezzo della squadra.
Un monte di lancio che tira la cinghia e sputa sangue e un diamante che si permette di mandare alle ortiche il lavoro dei colleghi italiani.
Si, perchè Corba, geniale come sempre, è salvo e la squadra è sempre dietro le sue spalle.
Invece il giovane Girasole si fa il mazzo per decine di lanci ed i suoi colleghi invece di lanci ne ricevono pochi e si permettono pure di "bucarli".
Come? Un lanciatore deve essere perfetto, invece il resto può sbalgliare?
Allora forse "il Gira", anche se troppo giovane, dovrebbe mettere alle corde il team "non cooperante" minacciando d'andarsi a sdraiare sulle calde sabbie della riviera se fosse ancora vigente la decisione di lasciare le partite aperte in quel modo.
Insomma.
Un respiro si può anche fare per la vittoria comunque acquistata ai danni del Novara.
Però non si può permettere al Milano 1946 certi svarioni nell'impegno.
Domenica siamo contro il Piacenza.
Mica bruscolini.
Su, forza Milano!
Novara, la coda è troppo piccola per due...
Sfida all'ultimo sangue quella che si prospetta sul diamante del Kennedy questo sabato.
Di fronte le due squadre che insieme sono salite l'anno scorso dalla serie B.
Oggi tutte e due appaiate a fondo classifica.
La lotta tra Novara e Milano si accenderà perchè di mezzo non c'è solo l'orgoglio, ma anche la sopravvivenza nella Serie faticosamente conquistata (anche se non tutti convengono con questa affermazione).
Come dissi per le partite precedenti la "cura" per la vittoria è quanto di più semplice: far suonare le mazze e metterci il cuore.
Due vittorie metterebbero il Milano sulla buona strada.
Una vittoria non riuscirebbe a farci prendere il balzo dal fondo della classifica.
Zero vittorie, risposta non possibile.
Prego premere CTRL+ALT+CANC e cliccate su "Termina momento no".
Missione vincerle tutte.
Ce la possiamo fare.
Una vittoria, un piccolo respiro
Scatti della sfida tra Milano 1946 e Collecchio. Tutte le foto © Francesco Bizzini
Suona il cellulare, è domenica mattina.
Il mittente è il solito informatore, il messaggio il risultato della seconda gara con il Collecchio.
Il giorno prima, in GARA1, era finita per niente bene.
Sinceramente ho abbandonato gli spalti all'ottavo inning indispettito dall'oramai tipico comportamento della squadra milanese: buona difesa, discreto monte, vergognoso reparto offensivo.
Praticamente, tranne Santoianni e Cardillo, chi andava a battere non riusciva a piazzarla oltre gli interni con delle performance da serie C: loffie raso terra, campanili ed amenità simili.
Il Collecchio (assolutamente non irresistibile) ha dovuto solo spingere i propri uomini con costanza per piegare gradualmente la difesa del Milano che, nonostante errori, ha comunque avuto il pregio di reggere per diversi inning.
Ma torniamo al messaggio di stamani: IL MILANO HA VINTO GARA 2!!!
Incredibile, credo di non aver avuto una buona notizia come questa da tempo.
Finalmente i ragazzi di Pasotto hanno dimostrato d'essere capaci di portare a casa un risultato positivo dopo tante sconfitte.
La cosa più curiosa è che il pareggio è una replica il risultato dell'andata.
Infatti la sfida con il Collecchio nella prima giornata del girone d'andata aveva visto i rossoblù portare a casa uno speranzoso pareggio.
Alla fine questa prima giornata di ritorno ha solo confermato ciò che era successo in emilia.
Cosa dire di più?
Il Milano fatica a rimettersi in piedi ed il problema, come già sottolineato più volte, è tutto nelle mazze, perchè addirittura il giovane Girasole nel suo reparto inizia ad ingranare bene acquistando sicurezza ed esperienza.
Non ci sono scuse per la fase offensiva: Cabrera che non batte più nulla, Parisini che mazzuola delle palle che finiscono in bocca al prima base e gli altri non fanno di meglio. Quindi nessuno, proprio nessuno ha delle scuse.
Però questa vittoria darà un po' di respiro ai ragazzi.
Abbiamo dimostrato di poter vincere, questo conta.
Sperando che questa non sia un'occasione singola.
Abbiamo bisogno di ripetere le prime fasi del girone d'andata quando si sognava ancora.
Perchè di sicuro il sogno non è ancora finito.
Forza ragazzi, forza Milano.
Si torna a casa....
La speranza non viene solo dal voler pensare che prima o poi smetterà d'andarci tutto così male.
La speranza viene dal fatto che qualcuno dai piani alti si sia mosso per dare la sveglia ai rossoblù per tentare una rimonta.
Infondo non siamo gli unici ad andare male.
Proprio per questo bisogna approfittare del tracollo globale delle nostre avversarie "di zona" per portare a casa quella riscossa che toglierebbe di mezzo la paura di ritornare da dove faticosamente ce ne siamo andati solo un anno fa.
Il Collecchio è un'avversaria di tutto rispetto (ma chi non lo è in A2...).
Si trova nella posizione dove il Milano avrebbe dovuto essere se non avesse subito quest' improvviso e continuo tracollo.
Se non si gioca per la gloria, si giochi almeno per la sopravvivenza.
L'affondare però non sembra svegliare più di tanto i ragazzi di Pasotto.
Quelle 12 vinte e 6 perse presentato dagli emiliani poteva essere nostro.
Ma come si sa, con il senno di poi non si costruisce nulla.
Si costruisce prima di tutto alzandosi in piedi e guardandosi allo specchio.
Ricordo di leggere prima di scendere in campo cosa c'è scritto sulla casacca.
Ricordo e consiglio di leggersi i due tomi scritti da Elia Pagnoni per imparare che cosa voglia dire indossare una maglia così importante.
Se non per voi stessi.
Fatelo per IL MILANO.
Alzatevi in piedi.
Le mazze sono malate (.cit)
Cappucci per le mazze, ali di pollo fritto, diteci che diamine serve ai legni del Milano 1946 per ritornare a suonare come una volta.
I ragazzi di Pasotto hanno fallito un'occasione importantissima per mettersi in carreggiata.
Contro una squadra messa peggio in classifica siamo riusciti a prendere due schiaffi che ci hanno catapultato in zona retrocessione (una zona che pare piacere tanto al baseball milanese ultimamente).
I risultati sono stati per la cronaca: 7 a 5 e 4 a 2
Infondo non male se si pensa al bassissimo livello della sfida, quindi un disastro vero e proprio nel computo finale.
Non ho assistito a nessuna delle due gare, ma i miei informatori hanno focalizzato la questione principale nella totale mancanza di valide per i ragazzi di Pasotto segnando addirittura in gara due un imbarazzante quattro.
La maledizione delle mazze rossobù continua imperterrita.
Fa arrabbiare perchè si pensa che in A2 ci possono essere dei cali, ma in battuta ci si aspetta dei mazzuolatori che non subiscono più di tanto (e soprattutto in gruppo) la "crisi del piatto".
Capita un momento no anche per il migliore slugger.
Tutti insieme allegramente sa di epidemia.
Non sapevo che esistessero l'epidemie nello sport.
Forse un sacchetto di ali di pollo fritto servirebbe a risolvere quest'assurda situazione.
Ed intanto si scende verso il baratro.
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