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mercoledì 10 settembre 2008

Varie ed eventuali

THE LINE WAS CROSSED



La linea è stata attraversata.
Sarà forse esagerato dire che è stato un avvenimento storico, però si spera che qualche cronista si ricordi del debutto della prima trasmissione radio dedicata al baseball milanese.

Certo, chiaramente nessuno di voi l'avrà ascoltata.
Infatti la natura non programmatica dell'iniziativa non ci permette d'avvisare voi lettori molto tempo prima dell'andata in onda.

Per questo mettiamo sul piatto la prossima iniziativa.
Ogni puntata verrà registrata e messa in podcast sulle pagine del blog in maniera che possiate riascoltarla quando volete.

Intanto il team tecnico sta lavorando per il miglioramento della qualità del prodotto.
Tra questi miglioramenti ci saranno anche la creazione di un indirizzo unico per ascoltare Milano Strike Out Radio e la possibilità di leggere lo streaming anche con Windows Media Player (ad oggi infatti ci si può collegare solo con Winamp e VLC).

Per il resto vedremo il futuro cosa ci regalerà.
Intanto abbiamo fatto storia, aspettando che quest'idea venga presa da qualche altro sito.
Ma voi potrete dire "Milano Strike Out c'era già"....


STIAMO LAVORANDO PER VOI....




Si, anche se il blog alle volte pare silente qualcosa dietro si muove.
Nelle più rosee previsioni potremo gettare un nuovo ponte tecnologico con i nostri lettori.

Bazzicando da queste parti potrete trovare presto una nuova icona nella home page.
Un canale radiofonico del tutto amatoriale per chiacchierare di baseball, commentare in diretta le partite MLB (sperando che non finiscano prima del varo) e fare della sana divulgazione "baseballistica".

La sfida è grande.

Non tanto per il servizio che, come detto, è iper amatoriale, ma per la realizzazione tecnica di uno streaming che sorregga comunque il maggior numero di connessioni ad una qualità audio quantomeno decente.

Se ci riusciremo, ci sentirete presto.
Se non sarà possibile, sarete obbligati comunque a leggere le nostre spataffiate.

Il futuro è tutto intorno a voi....forse....





RITORNO ALLE RADICI



Andrea Goldstein in battuta in un derby del 1962*




E' stato emozionante, indubbiamente.
Tutto è capitato durante l'ultima partita dell'Ares al Saini.

Nel mentre la squadra di Faso veniva "asfaltata" dal Cagliari, alle spalle delle tribune succedeva qualcosa che personalmente mi ha messo i brividi.

Sotto il sole settembrino uno dei primi player italiani del nostro amato sport, con una passione instancabile, ha allenato alla battuta i due piccoli figli di un giocatore della squadra dell'Ares.

Quello che in America avrebbero giustamente chiamato Hall of Famer aveva negli occhi proprio quella passione di un giovane che ha imbracciato la mazza ed il guanto l'altro ieri.

Invece la sua prima volta fu nel 1957.
Il suo nome è Andrea Bolocan Goldstein, classe 1937, altissimo prima base dello storico Milano, solido fuoricampista e anche ex-azzurro nella nostra nazionale.

Tutti (compreso il sottoscritto) si ricordano di lui in quanto con i suoi modi un po’ burberi ha insegnato il vecchio gioco praticamente a tutte le ultime generazioni di players meneghini.

E ancora adesso, in pensione pure dal suo ruolo d’insegnate, è lì ad emozionarsi per gli swings di questi piccoli (speriamo) futuri giocatori.

Per molti questo poteva essere solo un perdita di tempo, visto anche l’armamentario (una piccola mazza di legno e una pallina di gomma).

Invece il Nostro Goldstein (forse figlio anche dell’epoca nella quale il baseball italiano era privo di ogni “comfort professionistico”) non si è tirato indietro e ha speso un pomeriggio intero ad insegnare il giusto modo di tenere la mazza per colpire al meglio la pallina.

In breve, attorno al barbuto hall of famer, s’è creato un capannello di bambini (e genitori) incuriositi.

Incuriositi soprattutto dalle prodezze del più piccolo dei partecipanti a questo improvvisato mini-stage (3 anni emmezzo) e dal modo attento e professionale con il quale Goldstein pazientemente gli insegnava l’arte della battuta.

Un lungo improvvisato allenamento che dovrebbe dire tanto a chi pratica al giorno d’oggi questa disciplina.

L’amore per il baseball è ciò che ha insegnato questo vecchio giocatore quel pomeriggio.
Un baseball che si tramanda e che va tramandato.
Un baseball che “basta una mazza, una palla è un prato per creare una magia”.

Ed è proprio in un pezzo d’erba nascosto dal campo ufficiale (dal quale usciva solo la noia più profonda) che lo spirito del baseball si è fatto concreto, come quando, all’ombra di una Milano votata alla fede calcistica, nasceva nei prati improvvisati lo sport che oggi amiamo.


“Hai visto come gira bene la mazza?”, il vecchio Goldstein mi ha detto con la felicità scritta negli occhi.

“Cavoli, sì”, risposi.


“Però – ha aggiunto – c’è ancora qualcosa da migliorare”.

Incorreggibile grande Goldstein.



*foto tratta dal libro “Milano – 50 anni di Baseball”, Elia Pagnoni, Milano 1992, tutti i diritti riservati

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