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mercoledì 29 aprile 2009

L'opinione del lettore - Maggio -

Perchè il baseball?



Foto © [177]


Deformazione professionale, ovviamente.

Un breve passato liceale tra i libri di psicologia e un periodo più lungo tra i meandri della filosofia mi ha garantito la capacità del tutto automatica di pormi domande assolutamente improbabili (se non inutili) su argomenti che richiederebbero di solito un livello d’attenzione basso se non nullo (in pratica perdo tempo.)

Ecco, poniamo davanti ai nostri occhi il motivo perché siamo qui (escludendo la caduta accidentale attraverso google): l’amato antico gioco del baseball.

La domanda è veramente semplice. Perché diamine siamo affezionati a uno sport che presenta le seguenti caratteristiche?

a)Interminabile
b)Lento
c)Complicato
d)Potenzialmente ricco di colpi di scena ma concretamente noioso

E chi ne ha più ne metta. Ma nonostante questo siamo sempre attaccati allo schermo per non perderci le dirette, siamo sempre con il sedere attaccato a spalti in campi dimenticati dall’uomo e (per chi può) siamo anche impegnati in prima linea con guanto e mazza.

Eppure ci siamo, appunto. La mia volontà allora è quella di aprire un sondaggio per capire effettivamente cosa ci spinga ad appassionarci a uno sport così inusuale, così fuori dalla norma, così strano.

Tenterò di raggruppare le possibili risposte a seconda del mio punto di vista. Quello che ho provato a schematizzare psicoanalizzando l’appassionato medio aggiungendo degli elementi culturali un po’ strambi.

Non lo so, è quasi magia: la leggenda vuole che lo sport del “batti e corri” nacque dal parto mentale di un certo Abner Doubleday, adepto di una società teosofica vicina al campo dell’esoterismo, della magia, della religione asiatica/egizia. Da queste sue frequentazioni potrebbe dipendere la strana disposizione del campo e anche dei numeri del gioco (9 inning, 9 giocatori, 3 strikes…tutti multipli ovviamente di 3….4 basi come 4 mondi della cabala ebraica e così via). Insomma il suo fascino potrebbe essere (ovviamente per chi ci crede) frutto anche di un’alchimia di numeri, proporzioni, schemi quasi ipnotici. Questo potrebbe essere un discorso campato in aria se solo però non si prendesse sul serio una domanda che forse a tanti sorge spontanea: come può il lento e complicato baseball aver fatto breccia negli States? Infatti è incredibile che nella terra del “fast food”, del pragmatismo più che del ragionamento, dell’azione a tutti i costi uno sport del genere diventi addirittura “passatempo nazionale”. Se non è magia questa…

Mi ricorda i bei tempi: non dimentichiamo che l’essere umano tende a ripetere il bagaglio d’esperienze incamerate durante i primi anni di vita. Chi sui campi da baseball si è divertito con amici imparando anche molte cose utili per la vita futura non può che voler ripetere queste magiche esperienze. E questo anche senza calcare il campo, basta vedere infondo per (ri) godere con gli occhi dell’anima quella vecchia ma sempreverde felicità.

Tutto tranne che il calcio: per la serie “amiamo andare controcorrente”. Quindi dove c’è un pallone, noi andiamo con la pallina, dove l’arbitro non si discute noi giriamo il cappellino e ci mettiamo naso a naso e dove un po’ tutti fanno la stessa cosa, noi dimostriamo al mondo di sapere fare cose che gli altri non fanno. Questo, probabilmente, può valere in “epoca adolescenziale”. Si spera che con la maggiore età si lasci alle spalle questo metodo di “ripicca culturale”. O forse no?

Uno sport completo: lo diceva Babe Ruth e lo conferma l’esperienza. Nonostante sia l’unico sport “outdoor” dove un giocatore (pitcher) può indossare un maglione quando sta fermo in base, il batti e corri si dimostra un buon miscuglio di azione, strategia, intelligenza e resistenza fisica. Anche se, c’è da dire, l’amore non può derivare da un calcolo ginnico o matematico. Quindi, se questo sport è catalogato come “completo” dagli esperti del settore, dobbiamo per forza pensare che questa non sia la ragione primaria del nostro amore per esso.

Allergia pallonara: non se ne può più. Da quando nasciamo a quando moriamo nella nostra penisola regna la palla nella sua veste più gonfia. Di default è il pallone per giocare a calcio. A scuola si fa un po’ tutti minibasket. Al mare (soprattutto per operare improbabili intorta menti con l’altro sesso) ci si dà al pallone in stile volley da spiaggia. In televisione e nelle pubblicità si vede sempre più spesso la palla ovale. Ma io dico… e le palline? Forse, stanchi d’essere sempre ultimi e mai considerati abbiamo deciso di votarci all’unico oggetto sportivo che nessuno prendeva in considerazione. La pallina da baseball è bella e unica. Non può essere utilizzata per altri scopi sportivi (quanti calcioni si davano ai palloni da basket, quante volley-ball ridotte a essere ovali sotto la pressione urtante delle nostre stringhe). No, la piccola pallina piena di cuciture è solo per il baseball e non sfigura nemmeno come suppellettile.

E a continuare dovrebbe essere ognuno di voi. Riflettere sul proprio amore. Raccontarci la propria passione. Infatti non continuo. Non continuo perché sinceramente è inutile. Il sondaggio tenterà di dire quelle parole che a me mancano. Infondo una ragione “assoluta” per il quale il baseball è tra i primi nostri interessi nemmeno magari esiste. Ma cercare è un movimento sempre virtuoso. Chiediamo a voi. Il sondaggio è aperto.

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