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venerdì 3 aprile 2009

Taca la baleta - Aprile -


Torna la pioggia e il passato




Foto © Bunnyrel



Già l'anno scorso l'inizio stagione fu funestato da un clima alquanto piovoso e forse sarebbe il caso di posticipare l'inizio del campionato nel più asciutto maggio per concludere poi nell'ancora mite inizio ottobre.

Comunque sia il risultato non cambia: le milanesi perdono, purtroppo c'è anche da aggiungere "come sempre".

Sì perchè oramai sta diventando una litania già più volte ascoltata.

La litania dello spreco: voce solista quello United che per sua minima parte fu già Milano 1946. E, visto i risultati poco brillanti, sarebbe anche lecito chiedersi se necessitava mettere su uno squadrone per replicare praticamente esattamente le prodezze della stagione passata.

Ma per non parlare a vanvera basta andare cogliere due punti che lo stesso sito del Milano ci fornisce su di un piatto d'argento:

E alla lunga la squadra di Castro ha pagato proprio questa incapacità di produrre altri punti (...) così la sconfitta va da attribuire soprattutto alla mancanza di incisività del line-up

Il Milano 1946 è partito dalle macerie di una retrocessione maturata su questi presupposti (tratto dal film "il silenzio delle mazze") e si ritrova dopo innesti oriundi, innesti d'allenatori, innesti organizzativi ad essere esattamente punto a capo. Ma continuiamo con il sito e le sue informazioni

Uno United sprecone, insomma, che parte fortissimo, segnando 4 punti al primo attacco con due out a carico (tre singoli di Silva, Chiesa e Maldonado e un doppio di Drago), ma poi si ferma lì.

Ancora qui gelidi ricordi. Credevamo che l'arrivo di braccia e teste nuove fosse abbastanza per dare fiducia alle capacità di un nucleo meneghino che l'anno scorso aveva pure paura della propria ombra. Invece qui i vantaggi non solo si fanno, ma si perdono pure con la stessa facilità.

Speriamo che tutto questo sia dovuto all'acqua che costante è caduta anche su Novara. Senza però mai capire perchè se sotto il mal tempo ci sono diciotto cappellini, siamo sempre solo noi a fare acqua da tutte le parti. Mistero.

Per quanto riguarda l'Ares non c'è nulla da dire che anche qui non è stato già detto. Sarebbe bello sedersi a un tavolo e iniziare a capire perchè il baseball a Milano in qualsiasi delle sue molteplici forme (riunite o non) vada così male. Forse, e dico forse, se si arrivasse a capire cosa c'è che non va in quel di Milano in generale (perchè nessuno qui si salva) si arriverebbe a somministrare una corretta medicina.

L'aspirina del "bisogna aver pazienza" inizia a nausearci.




All Star game a Milano?





Ovviamente sì e ovviamente non "quel" All Stars Game.

Sono distrutto ma soddisfattissimo: dopo dieci lunghi anni ho rimesso piede in un campo da gioco (questo caso di Softball) per prendere parte alla prima sfida annuale indetta dal più importante forum/sito di MLB in Italia.

Il tutto proprio a casa nostra, nel nostro ritrovato e parzialmente rinnovato Kennedyno.

La sfida era semplice e scanzonata: tutti gli utenti del forum di Playit USA sono stati convocati e divisi a seconda del loro tifo nei due tipici team del All Star Game (National e American) per dare il via ad una partita praticamente eterna (con solo il limite di tempo di cinque ore) dove in maniera più o meno scanzonata si difendeva l'onore della propria "bandiera" di riferimento.

Credo che il Kennedy non sentisse l'inno americano dall'inaugurazione nel lontano 1964. Certo, lo abbiamo cantato un po' a spanne. Semplice emozione caciarona.

Io, con massimo orgoglio, ho rappresentato (senza nessun diritto) non solo il baseball milanese ma anche (senza altrettanto diritto) l'onore dei Pittsburgh Pirates, team che ovviamente milita nella National League.

Per uno che da dieci anni non metteva piede in campo il risultato è stato più che soddisfacente: oltre la gioia e il divertimento di stare con persone simpatiche ho portato a casa un 1 su 3, 1 run, 1 solo k e la prima eliminazione al volo della partita nel mio ruolo "originale" di esterno destro.

Il resto è puro e sano divertimento che traspare anche dalle foto dell'evento che potete vedere qui sotto.











































Un saluto e tutto il ringraziamento possibile vanno agli amici del forum/sito PLAY IT che hanno reso possibile questa bellissima giornata di sport, divertimento e amicizia (soprattutto al "promoter" della giornata Tisiano).

Milano e il sottoscritto ringraziano.
Veramente.




La sfida dei .500


Foto © peasap


Un pò come quelle sfide a chi sta più in bilico. Un passo falso (leggasi sconfitta) ed ecco che si perde il proprio prezioso equilibrio. Tante vinte quante perse. Nel gergo baseballstatistico un traguardo che divide i "buoni" dai "cattivi", una stagione classificata come "vincente" e una definita come "perdente".

A questo giro lo stazionario United se la vedrà con l'altra squadra in bilico sul filo della ragnatela. E dire che sono entrambi squadre "elefanti" non è sminuire la loro caratura. Squadre nate per far bene e invece relegate a quel mezzo pieno e mezzo vuoto di quota .500 che lascia l'amaro in bocca.

Si dice che ci sono gli infortuni, ma io dico ben altro: l'altra stagione non ha insegnato niente soprattutto a chi proviene da quel di Milano? Non ha spronato i piani alti a creare "piani B" vincenti e non solo di rimedio? Noi speriamo di sì, perchè qui la posta si fa veramente ambita. Scendere sotto la soglia del "vincente" in un mucchio che fa scintille è un vero peccato, soprattutto per una formazione nata per vincere...non dimentichiamocelo.

Per quanto riguarda l'Ares invece sottolineamo il "mea culpa" pubblico del manager Jimmy Calzone che si è addossato tutta la colpa della doppia sconfitta inaugurale. Fa piacere vedere questi atti di piena responsabilità, ma non credo assolutamente che la colpa di una giornata "no" sia solo del manager: mettiamoci la sfortuna, mettiamo i giocatori e anche l'allenatore per ribadire che se colpa c'è e quasi sempre globale.

Dei bombardieri in attacco e delle reti da pesca in difesa risolverebbero qualsiasi complicanza strategica. Se ciò non è avvenuto vuol dire che qualcuno generalmente (sia in attacco, sia in difesa) non ha fatto il suo dovere. Che piaccia o no al menager Jimmy. Ripetiamo l'antifona: un pareggio per tirare su il morale, anche se all'orizzonte c'è la corazzata Junior Parma con il suo luccicante 1000.

Per finire ricordiamo che i nostri amici dei Bulldogs non scenderanno in campo se non nella prima settimana di Maggio (perchè poi, vabbè...) e quindi per i palati della c1 ci sarà d'aspettare un po'.

La sezione B dello United in quel di Rho, dopo la sconfitta della prima giornata, si avvicina agli emiliani dell'Oltretorrente. Sfida possibile, anche qui, se si vuole...ovviamente!




Spinosa out!!!


Foto tratta dal sito www.milanobaseball.it


Burlà giò...o meglio si è scontrato con un collega con quel fare che abbiamo visto spesse volte ritratto nei filmati americani riguardanti gli esterni a caccia di una flyball.

E così s'è fatto seriamente male.

Questa è la micronotizia per una macrosfortuna targata Spinosa: 40 anni sulle spalle e un legamento crociato del ginocchio destro rotto. Risultato? stagione finita.

Ma la bandiera milanese dello United dicono guardi già al soffiar 41 candeline ancora con guanto, divisa e cappello calcato in testa.

Intanto per lui stagione finita e i nostri più sinceri auguri di prontissima guarigione. Purtroppo, anche a non voler essere scaramantici, a Milano ogni anno è un bollettino di guerra.

Che a nostra insaputa a Redipuglia si giocò del violento rugby?
Mannaggia e arimannaggia questi milanesi.



Niente di buono sotto la pioggia


Il simbolo della caduta dell'Ares, uno dei tanti della giornata



C'era d'aspettarsi che il tempo non fosse clemente sulla provincia.
Che anche la fortuna ci piazzasse uno sgambetto proprio non ce lo aspettavamo: due flop sonori e una mezza vittoria che non esalta.

Partiamo dagli "avviati" ragazzi dello United che s'impennano in Gara 1 rifilando ai neoretrocessi del Redipuglia un secco 7 a 18 per "via manifesta" lasciandoci poi le penne in Gara 2 riuscendo a coronare il detto evangelico riguardante il ferire di spada: "chi di manifesta ferisce, di manifesta perisce", ed ecco che lo United cade per 12 a 2 all'ottavo inning nel pomeriggio.

Ora la squadra di Alvarez si piazza (con una partita da recuperare) al quarto posto con una media secca di .600, media che anche se non preoccupa non dovrebbe far sentire tranquilli i ragazzi "riuniti" che paiono non essere ancora capaci di portare in campo una continuità da "due punti in saccoccia" a settimana.

Per una squadra "unita" che cade ce n'è un'altra che capitombola proprio al suo debutto: il Rho (che non figura come "united", perchè?) perde le prime due sfide della stagione per 1 a 12 e per 8 a 10. La prima partita si chiude addirittura per "manifesta inferiorità", scacco matto riparato al secondo giro perso solo per due punti. Si spera che il futuro venga affrontato con più decisione.

Concludiamo questa piccola striscia d'agonia con l'ennesimo scivolone del team Ares che inizia la propria cavalcata con una sconfitta addirittura per 16 punti (anche qua una "manifesta") e un'altra nel pomeriggio per 3 a 11. Grazie alla pioggia e al clima poco clemente i miei occhi e i miei nervi si sono salvati dall'ennesima giornata storta del gruppo del Saini. Parola d'ordine era quantomeno andare verso un pareggio. Due sconfitte sono troppe e una manifesta "così manifesta" è un boccone amaro, indigesto e che quei pochi appassionati non meritano proprio. Ci si chiede quando suonerà la sveglia per i rossoblu. Assolutamente triste.

Una giornata decisamente nera. Oltre il cielo.




Chi riparte e chi inizia


Il pitcher domenicano Francisco Fernandez
- foto tratta da www..milanobaseball.it -


Veloce occhiata al baseball di questi giorni post-pasquali.

Infatti, nonostante le vacanze nazionali, il Senago-Milano United ha sfidato l'italianissimo Sala Baganza per la seconda giornata del campionato di Serie A2 in quel di Senago lasciando sulla strada una vittoria secondo me preziosa. Una vittoria che potrebbe fornire un'apertura di senso alquanto importante che ruota tutto intorno alla questione "oriundi sì, oriundi no".

Il Sala Baganza ha strappato una (preziosa?) vittoria, e questo può capitare.

Ma come ha guadagnato il vantaggio sullo United? Poichè non ho assistito alla partita non tratterò il tema "strategico", ma è indubbio che una squadra infarcita di potenti braccia colte qua e là non può permettersi d'essere messa in discussione da un'allegra truppa di, seppur talentuosi, guanti tircolori. Perchè se succede due volte (vedasi il risultato con la super corazzata Novara) allora si potrebbe ben dire che certe cose non vanno automaticamente come si vorrebbe. L'oriundo non è poi così un'assicurazione e il progetto di puntare in alto con questo aiuto ha già perso un tassello. D'altra parte voi direte "è solo un tassello", ma credo che questo discorso valga per il baseball d'oltreoceano dove si gioca per mesi centinaia di partite. Qui in Italia si gioca poco, per pochi mesi e ogni punto è dannatamente vitale (ricordo che il Milano per un punto l'altro anno perse la proverbiale "cappa"). Quindi mi chiedo come si possa lasciare sul campo un punto così prezioso con una squadra, il Sala Baganza, che per vincere non ha avuto bisogno di oriundi. Quindi tanto di cappello al Sala Baganza e una tirata d'orecchio allo United che per come è stato strutturato non dovrebbe cadere in certi intoppi. Rimediare, subito.

Dall'altra parte del naviglio invece la storia inizia questo week-end.

L'Ares 2009 pianta il primo piede sul campionato di serie B e incontra subito il quotato Brescia. Da parte sua l'Ares ha iniziato a ricostruire un futuro che quantomeno lo dovrebbe vedere un po' più tranquillo. Con l'aggiunta di Piazzi sul monte (part time) l'esperienza è garantita e lo swing assicurato di Parisini potrebbe dare una scarica alla formazione del simpaticao Faso. Faso che mi chiedo se ci sarà in campo visto che nella stessa sera dovrebbe essere impegnato (da quanto si evince dal tubo catodico) nella finale del reality-show chiamato X-Factor. Riassumendo comunque le speranza per l'inizio dell'Ares pretenderebbe almeno un pari. Una doppia vittoria sarebbe emozionante. Una doppia sconfitta da evitare, per il morale, per la serenità della truppa e per quei pochi tifosi che vorrebbero vedere del buon baseball vincente sul campo del Saini. Sperem.

Concludiamo ricordando anche il debutto, sempre in Serie B, della sezione "bassa" di quella franchigia nata a Milano: il Rho United incontra il Crocetta per dare il via all'avventura "dalla base" che dovrebbe far crescere tutta la struttura da poco varata. Anche qui si spera di vedere, sul lungo periodo, delle buone cose. Nessuno pretende di vedere subito scintille, ma piuttosto una corrente continua invece non potrebbe che fare del bene. Parola d'ordine: costruire, costruire, costruire.




Mediaticamente United




Ricevo e pubblico un altro articolo dedicato allo United.
Questo proviene dall'edizione de IL GIORNO di sabato 4 aprile.
Ringrazio la mia sempreverde fonte per il materiale.

ps= e visto che si parla di cronaca, esulando dal baseball, ci tengo a porre le mie sentite condoglianze a tutta la gente dell'Abruzzo vittima di un tragico destino.



United bagnato United fortunato




Riparo di fortuna nel diluvio di Senago


Finisce con una corsa in macchina schivando meteoriti liquide.
Sì, una promettente domenica di sano baseball rovinata da un improvviso (quanto inaspettato) acquazone primaverile e tutti a scappare verso ripari di fortuna.

Lo United vince la prima sul Codogno e la seconda la vince il maltempo. Ovviamente il sottoscritto buca il primo appuntamento ritrovandosi al Carlo Tosi di Senago solo al "playball" pomeridiano.

Quindici minuti di gioco e tutti a casa.

Primo lancio di Marzullo sotto il cielo plumbeo seneghese


Niente ho visto e niente giudicherò. Da sottolineare solo la piena nostalgia per il nostro Kennedy che ora giace sul lettino del "visagista" per un restyling necessario. Il campo di Senago seppur toccasana per la mente (la natura, bellissima) è scomodo per il parcheggio (se piove si trasforma nel "mosh pit" di Woodstock) e per le tribune poco comode (soprattutto in presenza di temporali nei dintorni).

Carina la presenza (che denota passione) di una piccola postazione di commento.
Il resto però si perde nel ricordo delle crepe del Kennedy.
Ne sento già la mancanza, galeotta nostalgia.




Andrea Sardo, il divo


L'articolo di Repubblica Milano del 3 Aprile 2009


Di certo non se lo sarebbe aspettato. Almeno per come lo conosciamo.
Andrea Sardo. Classe 1983 e sulla carta d’identità stampato Cernusco Sul Naviglio. Da oggi divo del baseball meneghino.

Sarebbe interessante chiedere agli storici cronisti dei diamanti da quanto un milanese dotato di cappellino, guanto e spikes non finisse su un giornale nazionale. E per “finire” intendiamo con fotografia e mezza pagina d’articolo.

Che poi non fosse tutta per lui poco conta. Andrea ha centrato un risultato invidiabile che potrebbe essere riassumibile in tre piccoli passi: sopravvivere psicologicamente al disastroso anno passato, tirare un bel profondo respiro, buttarsi a capofitto nel futuro.

E sembrerebbe semplice. Ma ci ricordiamo che nel baseball italiano gli italiani sono una razza a rischio d’estinzione? Ci ricordiamo che agonia l’anno scorso colse il monte di lancio rossoblu? Ci ricordiamo che Sardo non ha mai mollato davanti a queste sfide?

E questo riconoscimento allora sa di piccola riscossa. Italiano, di provincia, nel baseball che ha pretese mondiali e una storia ancora tutta da raccontare.

Anche se noi vogliamo celebrarlo così.




Bravo Andrea.




United: che l'avventura abbia inizio





C'è stato tempo per le supposizioni. C'è stato tempo per le voci di corridoio. C'è stato tempo addirittura per i pesci d'aprile. Ora si inizia a fare sul serio. Lo showtime qui si chiama "Serie A2 2009" e chiede che solo i coraggiosi facciano un passo avanti.

E di coraggio lo United sembra mostrarne: messo un po' alle strette dalle defezioni di tre giocatori provenienti dalle file del Milano 1946 la neonata franchigia ha infarcito le posizioni andando a pescare dal cilindro buoni rimpiazzi dell'ultima ora.

Un taglia e cuci che potrebbe fare la differenza e che dovrebbe portarci a visualizzare bene nella testa la sfida che Domenica 5 aprile vedrà lo United impegnato in casa a Senago contro la di certo non debole formazione del Codogno.

Il campionato è iniziato quindi, ripetiamo, occupiamoci di questa nuova sfida. Le ragioni di chi ha deciso di non partecipare a questo progetto sono da rispettare e non devono essere, secondo me, usate per creare sterili polemiche. Ora il campionato è al via. C'è del baseball sul piatto, il resto non deve assolutamente interessare.

Ma vediamo con precisione il roster che ieri è stato presentato ufficialmente:

Lanciatori: Bonfanti (26 anni), Bortolomai (26), Corba (34), Fernandez (43), Girasole (21), Marzullo (24), Sala (22), Sardo (22).

Ricevitori:
Milani (21), Moia (42).

Interni
: Bacio (35), Chiesa (40), Crippa (34), Drago (29), Mejia (24), Silva (32), Wong (36).

Esterni:
Maldonado (27), Realini (27), Sabatino (32), Spinosa (40).


Credo di non dire una stupidaggine se affermo che il monte di lancio sia l'aspetto più forte di tutta la struttura. Dietro il piatto, con la defezione di Anedda (ora Bollate), si dovrebbe viaggiare in serenità come infondo anche per il comparto interni ed esterni.

Insomma nessuna scintilla (anche se si spera di vederne, soprattutto in attacco, punto critico della stagione scorsa del Milano), ma una formazione solida che secondo me non ambisce a toccare le porte dell'Olimpo (già prenotate a mio avviso da Paternò e Novara) ma nemmeno vuole di certo sfigurare.

Ora si attendono la formazione dello Rho United (la costola della serie B per la Franchigia) che, per quanto mi riguarda, vorrei vedere piena zeppa di giovani prospetti locali (con una spruzzatina lieve di non autoctoni) per dare un giusto e necessario messaggio di speranza al futuro targato United che di certo ha bisogno di giovani, ancora meglio se provenienti dal proprio vivaio.

Domenica, la sfida inizia. Ancora.

7 commenti:

Roger ha detto...

Ciao Fra,

Sono il Roger, aka Andrea Sardo per l'anagrafe.
Purtroppo avrei voluto trovare un altro modo per ringraziarti per il tuo intervento sul blog riguardo alla mia improvvisa "fama" ma non sono riuscito a trovare altro mezzo che scrivere un commento su un altro articolo.
Ti ringrazio dal profondo per le grandi parole che hai speso per me, sinceramente non me l'aspettavo.
Mi aspettavo il boato per i "macro argomenti" ossia per l'argomento franchigia o per il fatto che si torna a parlare di baseball su un giornale nazionale, ma non del soggetto della foto.
La mia carriera di ragazzo immagine è cominciataaaaa!! Muahahahah :D
Grazie ancora per le meravigliose parole e non temere, sarò ancora il solito testone che si farà il mazzo sul campo per non essere da meno a nessuno.

Ci vediamo sul campo!
Roger

ps. sono nato nel 1986 ;-)

Francesco ha detto...

Figurati.
Più che dovere, sincerità.

Un salutone.
Buona Pasqua.
Ciauz.

Francesco

Anonimo ha detto...

Ottima analisi su franchigia e sacrosanta tirata d'orecchie. Suggerisco che lo scorso anno abbiamo assistito ad un girone di ritorno assolutamente falsato da episodi strani (partite perse al ritorno e stravinte all'andata, mega casino Paternò-Sala) per cui è imperativo mettere fieno in cascina all'andata e cioè ADESSO.

Francesco ha detto...

Grazie per i complimenti.

Alle volte mi sembra di non capirci tanto: non ho l'occhio tecnico, non ho l'occhio critico, non ho l'occhio da esperto della disciplina.

Ignoro e mi disinteresso a quelli che tu chiami "episodi strani", ma una cosa mi sembra chiara e necessaria, cioè battere il ferro quando è caldo e portare a casa il più possibile.

Infondo è un po' la saggezza contadina: fare provviste per salvarsi da ogni possibile evento nefasto della stagione.

E fa ridere che la "stagione" baseballistica coincida proprio con la stagione della semina e del raccolto.

Impariamo dall'antica saggezza allora: fare provviste, farne il più possibile.

Anonimo ha detto...

Torna la pioggia e il passato...la prima tentazione sarebbe di cercare di darti qualche spiegazione, ma francamente visto il taglio assolutistico con il quale liquidi quei falliti che cercano di fare baseball a Milano me ne è passata la voglia. Pensala come ti pare e se ti fa proprio tanto schifo il baseball meneghino scrivi d'altro, ma perlomeno cerca di rispettare il lavoro di tanta gente, cosa che non stai facendo.

Francesco ha detto...

Se mi dici:

1)Dove ho detto "falliti"
2)Dove non ho portato rispetto

sono pronto eventualmente a chiedere scusa. Ma visto che nè il primo, né il secondo punto sono sostenibili credo che tu abbia sbagliato proprio a capire il senso del mio discorso.

Quindi, ti ringrazio d'aver lasciato un commento e ti saluto.

Francesco

Francesco ha detto...

Rileggendo il mio articolo tendo a precisare certe cose che forse hanno portato a formulare la critica sopra esposta.

Chiedo prima di tutto se il criticante fosse l'anno scorso sugli spalti sia del Milano 1946, sia dell'Ares.

Perchè io credo che solo chi non ha visto i risultati dell'anno scorso può non scattare dalla seggiola quando legge che le mazze non suonano, che ci si fa recuperare in un batter d'occhio e cose simili.

A Milano questa storia sta andando avanti dalla scorsa stagione e soprattutto per quanto riguarda il Milano 1946, ora che è stato arricchito dagli innesti del Senago e del Rho, non si dovrebbe più sentirne di queste storie.

Nessuno pretende che la nuova franchigia viaggi a media .1000, ma mi pare umano che un sostenitore (anche abbastanza deciso) debba pretendere che una squadra così ben piena di ottimi (sottolineando trenta volte "ottimi") prospetti non lasci cadere delle partite nelle mani degli avversari.

Questo è amore per una squadra: incavolarsi quando le cose non vanno bene.

E visto che per tutta la stagione scorsa ho visto le cose non andare bene, mi sembra il minimo poter incavolarmi e pretendere di vedere le squadre della mia città giocare come il nome (anzi i nomi) cuciti sul petto meriterebbero.

Questo è lo spirito del tifoso, che piaccia o no. E questo è un blog di un tifoso...che piaccia o no.

Francesco