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martedì 1 settembre 2009

Taca la baleta - Settembre

La base che va in finale!


Esultanza dopo la vittoria - foto tratta da milanobaseballjunior.it



Dal silenzio ecco arrivare un vociare flebile che si fa urlo di gioia.
Nel mentre non sappiamo niente sul futuro della franchigia milanese, ecco che "la parte bassa della piramide" ci rende felici e orgogliosi.

Le ragazze del softball hanno passato le semifinali e si sono garantite un biglietto per le finali che le vedranno fronteggiare corazzate di tutto rispetto come il Bollate, il Nettuno e le parmensi del Sala Baganza (da quanti secoli non si sentiva il nome "Nettuno" affiancato in una finale a quello del "Milano 1946"?)

Una capriola che rende verde una stagione di una società: dove le previsioni erano tutte negative, ecco che delle semplici ragazze non hanno dato ascolto ai pronostici ribaltando a loro favore il destino.

Perchè è proprio vero che in questo caso il destino non si subisce, ma si crea.
E queste ragazze creano speranza e gioia.
Un tesoro in tempo di magra.

Brave ragazze!






Softball amatoriale: ora di finali





Avevamo introdotto l'argomento qualche settimana fa. A Milano e dintorni s'aggirano strani atleti che, pur non appartenendo alle squadre più conosciute e agonistiche del territorio, hanno grinta e voglia di divertirsi.

Si dice "amatoriale" e spesso si intende male: pare essere una passione dopolavoristica e invece molte volte queste squadre vanno a raccogliere ottimi atleti e atlete che per un motivo o per un altro non sono riusciti ad iscriversi al campionato agonistico nazionale di baseball o di softball.

Quindi, in poche parole, bando alle ciance di chi crede che il softball amatoriale sia lo stadio più basso del gioco sul diamante e avanti tutta verso il prossimo evento che si terrà in quel di Lodi questa domenica, 27 settembre.

Le finali del campionato in questione vedranno in scena, su diversi campi, tutte sfide dirette per completare la classifica. Ogni partita verrà giocata al meglio dei 7 inning con un limite massimo di due ore di gioco. Questo è il programma dettagliato:

9.30 - CAMPO2 - Finale 11°/12° posto - Old Lions Settimo - Typewriters Novara.
9.30 - CAMPO3 - Finale 13°/14°/15° posto - Saronno EX - ENI Sannazaro.
11.30 - CAMPO1 - Finale 7°/8° posto - ABNormal - BSC Milano.
11.30 - CAMPO2 - Finale 9°/10° posto - CUS Milano - Walls Bergamo
11.30 - CAMPO3 - Finale 13°/14°/15° posto - Tatanka - Saronno EX.
13.30 - CAMPO1 - Finale 3°/4° posto - Caribe Bergamo - Very Old Lions.
13.30 - CAMPO2 - Finale 5°/6° posto - ABC Cernusco - Santo Domingo Desio
13.30 - CAMPO3 - Finale 13°/14°/15° posto - ENI Sannazaro - Tatanka.
16.00 - CAMPO1 - Finale 1°/2° posto - Brozzo Valtrompia - Dominican Bulls

Insomma, una giornata di sfide e di festa, ottima da spendere per conoscere una realtà, quella amatoriale, alle volte troppo ignorata e ancora di più poco pubblicizzata.

Ci sono anche loro.
E si faranno sentire.
Vinca il migliore.




Mayday mayday: chiediamo notizie





Il popolo parlò pronunciando la sola ed unica parola in un mare di silenzio.
Sembra che dalla sponda United del naviglio non si voglia rilasciare news.
Dura lex.

Se però i nostri lettori hanno fatto ben capire (61%) che nessuna delle squadre da noi indicate avrebbero preso parte al progetto franchigia, c'è un numero comunque interessante (23%) che vede nel Lodi un futuro compagno d'avventura per lo United. A chiudere le preferenze c'è chi (15%) prospetta un probabile accordo con il Codogno.

Purtroppo non possiamo, a distanza quasi di un mese dal misterioso annuncio sul sito del Milano 1946, dare la risposta giusta al nostro sondaggio.

Ci dispiace molto che il resto del mondo non venga informato dei passi che una cosa così importante come la franchigia compie. Di certo nessuno pretende di entrare in presa diretta nelle stanze dei bottoni, ma qualche indizio, qualche simpatica curiosità, qualche punto fermo forse ce lo meriteremmo. Se non altro per donarci speranza dopo una stagione chiusa malissimo.

Intanto, sempre per non lasciare i lettori a bocca asciutta, ricordiamo che i lavori al Kennedy sono finiti. E anche in questo caso sembrano ricalcare perfettamente la stagione dello United: non dovevano finire così.

I soldi impiegati sul terreno di gioco sono stati esclusivamente tirati fuori dallo United, senza (pare) nessun intervento economico da parte del Comune di Milano.

Quindi (sempre da quanto abbiamo capito) è stato rifatto solo il campo. In attesa c'è la sostituzione delle lampade e la ricollocazione di nuove reti. Il resto, in mancanza di un investimento pubblico, pare che verrà lasciato così.

Di certo, come oramai è scontato dire, meglio qualcosa che niente.
Anche se, ancora rispettando la tradizione dei detti del baseball meneghino, non ce lo saremmo mai aspettati.




Piuttost che nient, l'è mei piuttost






Ci ascoltano, o meglio a noi piace pensarlo.

Avevamo chiesto che fossero tolte le retrocessioni per dare vita a campionati "chiusi" in stile statunitense (leggasi, se hai soldi partecipi alla serie che ti compete) e pare che la FIBS abbia scelto di togliere per quest'anno i playout della Serie B.

Ovviamente non per le motivazioni che noi avevamo sottolineato (insensatezza a fronte di ripescaggi e danno per chi potrebbe con più tranquillità costruire vivai), ma per un allargamento futuro della Serie in questione.

Siamo sinceramente contenti per questa automatica salvezza dei nostri dell'Ares, anche se, ovviamente, pretendiamo già da ora che si faccia di più e sempre meglio in vista della prossima stagione.

Noi, nonostante questa inaspettata benedizione, non dimentichiamo.
Come gli elefanti!





Un lancitatore sul tetto...della fabbrica


Screenshot preso dal sito milano.corriere.it


Tempo di crisi per le aziende e tempo di lottare per il proprio posto di lavoro, per il proprio futuro e per quello della propia famiglia.

Tra le proteste che in questo periodo hanno portato manifestanti a salire su macchinari, monumenti e tetti registriamone una alla Metalli Preziosi di Paderno dove il lanciatore del Senago Milano United, Andrea Sala lavora.

Il coraggioso pitcher, con tanto di cappellino della squadra, insieme ad altri quattro colleghi s'è arrampicato sul tetto dello stabilimento sfidando freddo e pioggia, protetto solo da una tenda e dal tifo di un centinaio d'operai fuori dai cancelli.

Per approfondire, eccovi l'articolo apparso sul Corriere Milano.

Ovviamente, indipendentemente dalle ragioni sindacali, vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza a Sala che, ancora una volta (se non bastasse il duro lavoro del lanciatore), ha dimostrato d'avere caparbietà, coraggio e voglia di perseguire i propri obiettivi.

Resistere, che sia su di un monte o su di un tetto.
Noi siamo con te.




Il silenzio di Milano




C'è il silenzio degli innocenti, c'è il silenzio dei prosciutti e c'è chi dice che il silenzio sia placcato d'oro (e sta nella bocca del mattino). Noi sappiamo solo che il silenzio, a Milano, è il suono costante dalla fine (prematura?) del campionato fino alla sua ripresa l'anno sucessivo.

C'è però un grasso e grosso però: nel silenzio più generale si rischia di perdere notizie che potrebbero quantomeno tirare su il morale a chi (ultimamente, sventurato) ha deciso di tifare baseball (e affini) a Milano.

Le ragazze del softball giovanile del Milano 1946 sono riuscite ad acciuffare i playoff del loro campionato, playoff che si svolgeranno al Kennedy (versione ridotta e funzionante) contro il Forlì e la Sanremese.

Segnatevi questa data, venti settembre duemilanove: curiosità, amore del gioco, niente altro da fare, tirare su il morale che ora è sotto le suole delle scarpe. Mettetela come volete. Queste ragazze hanno bisogno di voi.

Sveglia Milano.
Svegliati, anche se non è primavera.




Ares...mah, forse, boh...




Avrei scritto tanto, ma un computer indomabile (non gli è bastata una sonora formattazione) ha cancellato completamente il mio lavoro. Ma da questi avvenimenti si può imparare, si può imparare che scrivere alle volte è inutile.

L’Ares, nonostante l’orgogliosa battaglia in Gara2, s’accinge a chiudere il campionato portando a casa un’altra doppia sconfitta. Una stagione piena d’esclamazioni possibili, appunto.

Forse, come forse è arrivato il momento della svolta. È indubbio infatti che i vertici della squadra del Saini stiano lavorando per cambiare connotati alla squadra. Un lavoro che però, come comprensibile, è lungo e molto faticoso. Un lavoro che di ristrutturazione che dovrà vertere sul consolidamento di ciò che di buono si ha e l’ampliamento verso quello che ancora deve arrivare. E in quest’ultima categoria ci metterei di diritto almeno tre pitchers di media bravura che potrebbero consegnare ai rossoblu un posto al sole tranquillo di metà classifica nella prossima stagione, quantomeno, se non in attacco, almeno nel reparto difensivo dove meno palle arrivano, meno errori si commettono (e questo vale per tutti, fino alla Major League).

Mah, è un’esclamazione per una stagione che non doveva andare comunque così. O almeno nella mia fantasiosa testa che aveva già immaginato una sfilza incalcolabile di pareggi. Questo non è avvenuto. Necessario per l’anno prossimo il rinnovo di Francesco Parisini con la speranza (almeno per l’Ares) che non voglia accasarsi al sole della serie A2.

Boh, è quello che mi sento di dire davanti a un’incomprensibile struttura dei campionati italiani. Infatti se le cose dovessero rimanere così, il Porta Mortara sarebbe direttamente retrocesso e il Lodi si vedrebbe arrivare proprio l’Ares per una sfida nel tentativo di rimanere nella serie cadetta.

Ora, alla luce dei numerosi ripescaggi visti negli anni (United, Novara, Lodi e chi ne ha più ne metta) che senso ha mettere ancora in atto retrocessioni di squadre che (magari) hanno la piena possibilità economica di rimanere (a lungo) nella serie di provenienza?

Allora perché non chiudere i campionati (né retrocessioni, né promozioni) e ammettere solo squadre che possono garantire economicamente la permanenza nella serie? Così, senza il fiato sul collo, ogni squadra (come in MLB) sarebbe messa in condizione di sviluppare la propria farm e così evitare di dover sempre spendere soldoni dietro ASI e non ASI. Massimo si sta per anni all’ultimo posto. Peggio (se non finire i soldi) non può accadere.

Allora che senso hanno i playout? Che senso hanno le retrocessioni?
Mah…forse…boh



Il lato nascosto di Milano




Fare della poesia giornalistica alle volte è così semplice: si prende un argomento, si colgono gli aspetti comuni e li si esalta donando loro un'aura di magia e di grandezza.

Questo però è troppo semplice per raccontare questa storia.

Una realtà che non necessita esaltazione in quanto naviga nella semplicità più assoluta: esiste un campetto da softball ai margini del Parco Nord di Milano (e chi lo sapeva...), esiste un gruppo di ragazzi, ragazze, giovani e meno giovani che con un giro di mail si danno appuntamento in questo fazzoletto d'erba (oramai bruciata da un'estate torrida) dopo una giornata di lavoro o di studio.

Sono entrato, in poche parole, nei meandri di quel sottobosco silenzioso e poco appariscente del baseball milanese (massì, diciamo così, anche se stiamo parlando poi di softball).

La società incontrata in questo angolo bucolico, non lontano dai limiti estremi della città di Milano, è la B.S.C Milano che da non poco tempo si occupa di gestire questo diamante e di renderlo accessibile anche a molti ragazzini che con le scuole s'avvicinano al parco prima, dopo e durante l'estate.

Un'attività così importante tanto che stanno lavorando proprio per mettere in piedi una squadra giovanile da affiancare alla già presente (e affiatata) squadra amatoriale di softball, una delle non poche esistenti sul territorio milanese (e dintorni).

Arrivato per incontrare questi ragazzi (ma con un guantone nello zaino) eccomi invitato subito a fare due lanci mentre mi spiegano che con poco più di sessanta euro annui chiunque può unirsi a questa società per sgranchirsi dopo una giornata di lavoro.

L'unica pecca (cosa che si dovrebbe risolvere istituzionalmente riuscendo ad unire il rispetto delle regole del parco con la necessità sportiva) è la mancanza di spogliatoi e bagni per questi atleti.

Ma questo non sembra proprio fermarli: giovani, meno giovani, italiani, sudamericani, tutti serenamente impegnati a fare delle proprie ore libere qualcosa che fa del bene non soltanto alla salute.

Risultato?
Un pomeriggio divertente.
In una Milano del baseball del tutto sconosciuta.





Precisazioni






Alle volte sono dovute, altre volte meno.
Visto che, senza volerlo, alle volte non si viene capiti, è meglio specificare brevemente ciò che scrissi nell'ultimo post di Agosto.

1)Quando dissi l'allenatore del Senago-Milano United è stato "licenziato" per fare posto al manager che da progetto avrebbe dovuto guidare la squadra già la scorsa stagione.

- Ovviamente questo è un mio personalissimo parere (quindi è un mio personalissimo ragionamento) in quanto una nuova squadra avrebbe dovuto avere un nuovo allenatore (sempre per come la penso io) e, oltretutto, Alvarez era stato assunto a tempo pieno per occuparsi dell'aspetto tecnico di tutta la franchigia. Quindi, sempre secondo me, avrebbe trovato un senso compiuto alla guida solitaria dello United.

- Il termine "licenziato", è volutamente stato usato tra virgolette per abbreviare (sempre mantenendo il senso "altro" rispetto al termine) il fatto che per lui era scaduto in maniera più che naturale il mandato. Mi scuso se mai qualcuno non avesse capito il senso del virgolettato.


2)Quando scrissi Ed ecco che la stampa bloggheriana di casa seneghese...

- Non era mia intenzione alludere ad un senso dispregiativo usando il termine "bloggheriana" (lo siamo noi, lo sono loro) e nemmeno allusorio per "casa seneghese". Questo blog ha, anche negli ultimi momenti critici, sottoscritto pienamente il valore del progetto franchigia, quindi il tutto non è da leggere come quasi (volutamente tra virgolette) "campanilismo dall'alto in basso".

Duole dover specificare, ma la chiarezza evita spesso incomprensioni.
E le incomprensioni evitano spesso tensioni.
Dove le tensioni, ora come ora, non ci dovrebbero essere, anzi.




Ares e quel gusto d'autunno




Jimmy Calzone sul monte © Bizzini Francesco


Non temete, questa volta non ci riferiamo alle sconfitte della squadra del Saini paragonandole alla stagione che segue la calda e rilassante estate. Almeno non oggi. Almeno non ora.

L'Ares batte il Cagliari (che essendo senza campo giocava in casa proprio a Milano) consistentemente nel primo incontro per poi perdersi nel turbinio degli errori (praticamente una sagra di bloopers) nella sfida pomeridiana che si conclude con un amara sconfitta per manifesta inferiorità.

Qualcosa di positivo comunque s'è visto: mazze abbastanza tintinnanti e un monte di lancio che, nonostante sia costantemente affaticato, ha dato il meglio di quello che poteva dare (da sottolineare la prova di coraggio e di forza di un ancora buon Jimmy Calzone).

Ma la storia, come detto, s'è persa nei meandri delle papere in fase difensiva. Basti immaginarsi che pure il sempre attento Parisini s'è reso protagonista di una di queste.

Insomma, una domenica da non buttare via, ma che poteva essere una doppietta se solo si fosse usata un po' più di precisione sul diamante.

Cambiando discorso, l'autunno è arrivato però sugli spalti. E non stiamo parlando di qualcosa legato all'improvvisa caduta delle temperature milanesi (ieri infatti faceva proprio freschino), ma di un freddo che oramai percorre le ossa di un po' tutto il movimento meneghino.

Chiacchierando con un po' di gente sugli spalti questo è apparso inequivocabile, la consapevolezza oramai diffusa del malessere che da tempo attanaglia il corpo di questa già precaria macchina che un tempo però raccimolò tanti successi.

Milano e il suo baseball (ma non solo, visto la situazione italiana), qualcosa nel quale è difficile formulare sogni e progetti.

Unica nota positiva nel più profondo disincanto è il riconoscere che, almeno sulla carta e con tutti i "se" e i "ma" possibili, il progetto della franchigia è comunque un bene per il movimento.

Una certezza quasi solare che spacca un po' questo grigio quasi settembrino.

1 commento:

Simo ha detto...

Complimenti, ottima risposta sulla querelle Alvarez-Cubani.
Sottoscrivo in pieno.